venerdì 2 ottobre 2009

I casi del dottor Abílio Quaresma di F. Pessoa


pessoa2I casi del dottor Abílio Quaresma


Romanzi e racconti polizieschi

di Fernando Pessoa, Cavallo di Ferro, 2009


Pessoa un raccontoapri icona e leggi


Quando, nel 1935, Fernando Pessoa morì, molti dei suoi scritti erano ancora sconosciuti; il suo genio letterario è stato apprezzato solo dopo anni. Tra i suoi estimatori e critici, sicuramente Antonio Tabucchi a cui dobbiamo la traduzione in italiano di quasi tutti i suoi lavori. Antonio Tabucchi, grazie a degli scritti di Alvaro de Campos (uno dei tanti eteronimi di Pessoa) comprati in Francia negli anni settanta, si appassionò al lavoro dell’autore e cominciò a studiare portoghese per poterlo meglio apprezzare e finalmente tradurre.

 

È un uomo in conflitto con se stesso Fernando Pessoa, spesso estraneo al personale dolore dell’esistere ma a ciò reagisce l’otto marzo del 1914, il “giorno trionfale” in cui lui stesso proclama la nascita dei suoi eteronimi. Diventa l’abitatore di altri da sé, di un “baule pieno di gente” e come uno scherzo del destino, lui con un cognome che tradotto è “persona”, diventa tante “persone” tra i quali Alvaro de Campos, Ricardo Reis, Alberto Caeiro.

 

Nel famoso baule lasciato da Pessoa c’erano anche dei romanzi e racconti polizieschi, alcuni purtroppo incompiuti, altri pubblicati ma mai apprezzati dalla critica nonostante lo stesso autore li preferisse alle sue stesse opere poetiche. La casa editrice Cavallo di Ferro li ha coraggiosamente pubblicati questo anno in un unico volume dal titolo “I casi del dottor Abílio Quaresma”, tradotti a due mani da Guia Boni e Paolo Collo.


Ad Abílio Quaresma non manca nulla per somigliare agli investigatori inglesi di Edgar Allan Poe e Arthur Conan Doyle; è un medico che non esercita ma fa solo lo sciaradista ed il decifratore; studia la sintomatologia degli avvenimenti, fa la diagnosi e la prognosi delle circostanze (cfr “Il furto di Rua dos Capelistas”, pag. 401 e seg. di “I casi del dottor Abílio Quaresma”). È un antieroe, magro, malaticcio, poco interessato ai soldi ed alle mode; ciò che lo stimola è l’intelligenza, quella superiore, e non è assolutamente interessato a fare giustizia. Il delitto ed il criminale non sempre rappresentano il male. Dice Quaresma: “Non accuso: non accuso mai. Affermo e provo”.


Pur essendo stati scritti durante gli anni delle guerre mondiali, i racconti polizieschi di Fernando Pessoa non alimentano o incitano la violenza ma stimolano l’intelligenza con un continuo giocare di chiavi, chiavistelli, falsi, copie, doppie identità, scomparse.

 

Un libro stuzzicante, soprattutto per chi ama i rompicapi… da leggere!!

Agata Santamaria


http://www.cavallodiferro.it/catalog/title/index.php?cmd=ext&title_id=66&subclass=
 

Nessun commento:

Posta un commento